IMPRONTE - 4
Chi teme di essere indagato o imputato in un processo penale tenta, più o meno consciamente, di essere rassicurato dal proprio Avvocato di fiducia. La reazione naturale è una minuziosa ricerca degli elementi a sostegno della propria posizione.
Gli occhi si accendono ad ogni ipotetico segnale positivo, anche falso positivo.
Se la ferita è fresca, sono momenti cruciali, quantomeno per la tenuta psicologica.
L'assistito si getta alla spasmodica comprensione di come sia meglio comportarsi.
Tra le diverse strade abbozzate negli appunti del legale, il cliente si dovrà calare soltanto in una di esse.
La difesa molto spesso ruota su una intuizione o preferenza dell’Avvocato.
Ma in un processo penale il cliente ed il professionista sono sempre soli, e questo un imputato lo comprende sin dal principio.
Tutto inizia dall’identificazione, il riconoscimento della persona sottoposta ad indagini.
La Polizia Giudiziaria al fine di identificare il sospettato, richiede le generalità, raccoglie le impronte digitali, lo invita a nominare un difensore di fiducia e ad eleggere un domicilio per le comunicazioni ufficiali.
Malgrado l’indubbia portata traumatica del primo evento processuale in virtù del quale una persona prende atto di essere indagato, dal punto di vista meramente giuridico si tratta dell’inizio formale della Difesa.
In questa storia, però, quell’indagato è rimasto uno sconosciuto mai identificato.
Per il colpevole ed il suo Avvocato, i migliori processi sono quelli mai celebrati.
Impronte, celebra un processo mai avvenuto e denuncia l'inefficienza della Giustizia.
Acrilico su tela di cotone 20 x 40.
N. 4. Impronte